
Ho paura di quando tornerò nel mondo perché il mondo va veloce e io mi debbo riabituare a quei ritmi.
Ho 40 anni e vivo con mia madre. Con lei ho un rapporto conflittuale, che non si è acuito in questo periodo di isolamento, ma che avrei evitato. Personalmente non avrei avuto problemi neanche ad affrontare l’isolamento da sola. Lavoro da casa e uso la tecnologia per tenermi in contatto con gli altri. Praticamente come faccio di solito.
Questo periodo mi lascia attonita. Non so bene cosa aspettarmi e come mi sento. Sicuramente il distanziamento sociale ha cambiato le mie relazioni con gli altri, che si sono fatte più impersonali. Tutto questo non mi aiuta a vivere il momento. Non ho paura, ma sono spaesata. Vivo in una zona terremotata e per comprare le sigarette non ho altra soluzione che uscire dal mio Comune. Una situazione quasi da suicidio. Forse per questo noto nelle persone del mio paese un avvicinamento alla fede che trovo quasi bizzarro. Per il futuro sono un po’ preoccupata. Mi domando se sarò in grado di riadattarmi alla velocità del mondo, dato che in questo momento sto vivendo un periodo di lentezza forzata.
Spero che questo isolamento mi cambi in meglio, come cambi in meglio anche gli altri. Ma dubito che dopo questo Medioevo avremo un nuovo Rinascimento. Le persone non cambiano.