
Tutto questo tempo, che mi costringe a stare immobilizzata, sta bloccando il flusso dei miei pensieri.
Sto trascorrendo questo periodo di isolamento con mio marito, nella città in cui sono domiciliata, ma che non è la mia città di origine. Qui lavoro e vivo da diversi anni. Poiché sono una docente, posso lavorare da casa, quindi esco veramente raramente.
Questa epidemia mi ha colpito di sorpresa in un momento della mia vita in cui avevo deciso di riorganizzare molte mie attività. Naturalmente, questo mi fa sentire in bilico, sospesa in un equilibrio precario, proprio nel momento in cui lo stavo cercando nella mia vita. Il futuro mi appare come un grande punto interrogativo, che non riesco bene a focalizzare ancora. So che genereranno dei cambiamenti, forse positivi, soprattutto nel mio lavoro, ma non riesco ad averli chiari e questo mi fa sentire molto fragile.
Sono una persona solitaria e che non ha mai avuto paura di adattarsi. In questo senso, qualsiasi cosa sia chiamata a fare per ricostruire il mio futuro non mi spaventa, ma non sono sicura di riuscire a trasformare questo periodo di crisi in una vera opportunità. Gli altri non mi mancano. Le persone a cui voglio bene fortunatamente stanno bene e non sento il bisogno di averle fisicamente accanto. Piuttosto, mi manca poter liberare la mia mente camminando. Tutto questo tempo, che mi costringe a stare immobilizzata, sta bloccato il flusso dei miei pensieri.
Relativamente al futuro voglio essere ottimista. La storia ci sta consegnando la possibilità di ripensare tutto ciò che ci stava conducendo allo sbando. Spero che lo vedano tutti.