
Dobbiamo stare più attaccati alla vita.
In questo periodo di isolamento non sto lavorando, quindi vivo forzatamente a casa. Vivo alti e bassi, perché ho deciso di tornare a stare con la mia famiglia, mentre prima vivevo da solo fuori casa. L’impatto è stato un po’ traumatico.
Essendo una persona abbastanza solitaria, pur facendo un lavoro che mi obbliga a stare con le persone, sto vivendo questo isolamento abbastanza bene. Sto scoprendo lati di me stesso che non conoscevo e non avevo tempo di approfondire. Mi sento agitato per il lavoro, che non so se riuscirò a riavere, ma mi sento anche rilassato perché sto scoprendo dei lati di me che non conoscevo. Essendo laureato in filosofia, sono pronto a reinventarmi. Certo, mi manca la normalità.
Per il futuro voglio essere fiducioso, sta cambiando tutto, ma non credo che sia necessariamente un male. Spero che abbiamo imparato la lezione e questi cambiamenti siano positivi. Dobbiamo stare più attaccati alla vita, una cosa che prima davamo per scontato.